sabato 2 luglio 2011

La Comunità greca a Trieste e la mancanza di procedimenti democratici nel suo funzionamento

Cari amici l'apertura di questo blog è stata pensata da un gruppo di persone, di origine greca, che abitando per lungo tempo in questa bellissima città hanno sentito il bisogno di intervenire pubblicamente per segnalare una situazione, al dir poco, problematica per quanto riguarda il funzionamento ed il modo con cui si governa la storica Comunità greca di Trieste.
Prima di procedere con la lettura di questo primo intervento vi invito a leggere nelle altre pagine del blog i cenni storici riguardo la presenza dei greci a Trieste. E' molto importante capire l'evoluzione di questa Comunità nel tempo come anche le circostanze storiche sotto le quali tale evoluzione è avvenuta.
Cercherò di arrivare subito al cuore del problema: la completa mancanza di procedimenti democratici. L'organo che decide su tutto, che assume la responsabilità per l'esecuzione di qualsiasi delibera è il consiglio direttivo che viene eletto dai membri della Comunità ogni tre anni. Fin qui tutto a posto anche se possano essere sollevati parecchi dubbi sul modo con cui viene accettata o meno la candidatura di un membro alle elezioni per il consiglio direttivo, riferito come capitolo nello statuto approvato da Giuseppe II nel 1786.
Il problema più evidente è che il consiglio direttivo non riconosce ai membri il diritto e la possibilità di intervenire, approvando o contestando una delibera, tramite la convocazione di un'assemblea generale. Cioè in parole povere, non esiste alcuna possibilità di esprimersi in merito anche a delle questioni importanti. Durante l'anno, secondo lo Statuto, devono essere convocate almeno due assemblee, durante le quali però i partecipanti possono solo ascoltare, a titolo informativo, gli interventi dei relatori membri del consiglio direttivo. Non è previsto il diritto di votazione neanche alla fine del mandato del consiglio per approvare o meno il suo operato. Non esiste nessuna possibilità per i membri, con la raccolta di un determinato numero di firme, di convocare un assemblea generale per discutere su argomenti di elevata importanza.
La risposta a tutte queste domande è che niente di tutto questo è previsto nello Statuto. A questo punto dovremo fare delle riflessioni in merito. Per primo dobbiamo considerare il fatto che tale Statuto, approvato nel 1786, è stato redatto con i termini legali di quell'epoca, di conseguenza qualsiasi termine di allora oggi è soggetto ad una nuova interpretazione secondo le norme contemporanee della legislatura nazionale ed Europea ormai.
Chi può garantire che termini come, per esempio, "Capitolo" e "Generale capitolo nazionale" sono identici? D'altra parte è normale che in uno statuto del 1786 non siano presenti termini, come quello dell'assemblea generale, con il loro attuale significato. Questo non vuol dire che nello Statuto non siano presenti articoli che prevedono soluzioni ai problemi gravi che la Comunità potesse affrontare. Quello che manca è la volontà o la "difficoltà" di interpretare tali articoli. Ovviamente questa non è un'opera ne facile ne immediata ma dopo tanti secoli penso che sia arrivato il momento ad affrontare il problema.
Diversamente, succederà che arriveremo sempre a delle situazioni assurde, come quella delle donne che non potevano essere elette fino a due anni fa, o come quella che ho appena descritto con la completa mancanza di un procedimento democratico che possa salvaguardare il diritto del giudizio e dell'espressione ogni qualvolta questo fosse necessario.
Dopo ripetuti interventi da parte di diversi membri,  il Consiglio della Comunità ha deliberato per la formazione di una commissione che avrebbe esaminato un possibile adeguamento dello Statuto con le norme odierne in vigore per il funzionamento di un associazione o di una Comunità. Il fatto che la Comunità greca è una Comunità sotto un regime speciale, rivolto esclusivamente alle Comunità storiche, non può essere considerato un ostacolo verso la sua modernizzazione. Comunità storica non vuol dire mancanza di democrazia. D'altra parte con la modifica dello statuto due anni fa per l'accettazione  delle donne come membri a pieno titolo, con tutti i diritti che il diritto internazionale prevede, è stato dimostrato che quando esiste la volontà reale le riforme possono procedere.
Il fatto che la commissione che è stata formata, è composta dalle stesse persone che per anni hanno mostrato una certa inerzia per affrontare questi problemi non ci riempie di ottimismo. Diverse proposte per l'aggiunta alla formazione della commissione anche di persone che possono proporre concreti cambiamenti ed aiutare alla realizzazione delle riforme, sono cadute nel vuoto.
Con questo intervento pubblico vogliamo contribuire ad una evoluzione, penso indispensabile. La Comunità greca di Trieste è un argomento molto importante non solo per i greci che abitano in questa città di cultura multietnica, ma anche per tutti i triestini. I rapporti della Comunità con la città che la ospita per secoli, sono di enorme importanza e coprono tutti gli spettri della vita sociale: cultura, storia, economia e sviluppo. La Comunità greca deve essere una cellula viva di questa città e non può, nel momento in cui il mondo si proietta verso una dimensione globalizzata, rifiutare le sfide e rimanere inerte, deve creare al suo interno i presupposti per un suo coinvolgimento attivo.
Il nostro appello si rivolge a tutti, alle istituzioni che rappresentano lo Stato greco (Consolato greco di Trieste), la cultura greca (Fondazione Ellenica di cultura sezione Italiana), ai greci di questa città, dobbiamo tutti cooperare e contribuire, ognuno dal suo posto, alla creazione di una realtà moderna, ricca di idee che possa aiutare tutti i greci di questa città, eredi dell' enorme patrimonio che i loro antenati hanno lasciato, di affrontare nel miglior dei modi le sfide del futuro.

Thanassis Papathanassiou

Nessun commento:

Posta un commento